La meraviglia
accompagnata alla riconoscenza è sempre una sorpresa. Talvolta immaginiamo noi
stessi con i nostri cari, vicini o persone della fantasia pregustando storie cui
vivere un’esistenza più intensa. Quante volte abbiamo immaginato di rivivere
gesta mitiche di eroi e di personaggi storici per riadattarle ai nostri
desideri, ed esserne lieti prefigurando un futuro ancora da venire e forse
impossibile da realizzare. E si vuole l’originalità attingendo a ciò che d’interessante
appare, confidando di un pubblico immaginario. E quando poi accade veramente, lo
stupore si accasa subito con desideri concepiti e mai confessati.
Da lungo tempo le opere
di Samanta
Lai gravitavano verso la mia sensibilità sia per una visione ludica sia
per la tensione a far scaturire un vero e proprio senso poetico. Due delle sue
opere divennero parte integrante di due mie poesie per il libro “Reciproche
Rinascite”.
In seguito con fare inaspettato, veramente non immaginato, Samanta
mi inviò in dono una sua opera originale.
La commozione e la sorpresa
ancora presenti invitano a una condivisa felicità per chi ne abbia interesse,
perché il quadro raffigura un’attrice che ammiro per il suo impegno civile e per
le sue capacità interpretative. Vanessa
Redgrave è sempre stata un mio idolo, perché attraverso il suo lavoro di
attrice ha svolto attività politica e di rivendicazione di piena cittadinanza
per tutti, interpretando film aventi temi di diritti civili e politici. In
particolare ricordo un film sulla prigionia nei campi di concentramento con Lei
contrassegnata da colori blu e grigi progressivamente tendenti al nero, dove
con fatica cercando di far sopravvivere le sue compagne, mantiene fino alla
fine la propria umanità. Questo volto stanco velato dal bianco e dal grigio
chiaro e anemico di toni, ha sguardi formati da un paesaggio lunare azzurrino
di ferro e un blu di estraniazione composto da un firmamento duro e
spietato.
Nonostante tutto il viso
sfiancato dall’indigenza e sofferente per il dolore ricevuto, sostiene la
volontà di uno sguardo compassionevole vero l’umanità d’ognuno. E la smorfia si
tramuta in un sorriso.
Grazie Samanta.
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