Nella curiosa e lieta familiarità che talvolta appare nel camminare in
territori sconosciuti, subito dopo il primo respiro solitario, rifluisce il
passato che si fa dinanzi e ci accompagna nel sentiero. La folla degli eventi
possibili e accaduti dispiegano ventagli di emozioni, come questa Passacaglia
dalla Suite n. 7 di George Friedric Haendel che offre arie in progressione, con
sequenze di note ripetute in modo analogo all'arte della fuga di Johann
Sebastian Bach. Infatti, abbiamo già un'idea di dove andrà la cellula musicale
ripetendosi in toni di poco diversi.
Nell'ascolto e nel contemporaneo ricordo del motivo precedente, vibra in
noi dolcezza e nostalgia. Le note si aprono nella rincorsa degli archi come lacrime
che scendono sui sorrisi pizzicati dell'arpa. Ogni motivo non si chiude, perché
ricomincia come un passo dopo l'altro in un ritmo cadenzato di un sentiero
sempre più largo in una progressione indefinita verso noi stessi. E infatti
l'arpa raccoglie tutti gli spicchi dei suoni precedenti.
Come una fontana che raccoglie i flussi, così, appena finito il getto
d'acqua, questo s'adagia e s'appresta a ripartire con una cascata di note
raccolte nei violini e pronti a gettarsi in toni più alti.
Come l'arpa è pronta a ricevere il nuovo annuncio, dopo una breve
sospensione, così noi in seguito, attoniti per la meraviglia, ricominciamo il
cammino accompagnati da nuovi riflessi di quello che siamo stati.
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Georg Friedrich Händel ritratto da Thomas Hudson nel 1749.
immagine presa da qui |
Per ascoltare la Passacaglia dalla Suite n. 7 di George Frieric Haendel premere QUI
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