La tradizione musicale siriana si caratterizza, come in generale
quella dei paesi arabi limitrofi (Egitto, Libano e Iraq), per l’importanza
conferita all’improvvisazione. La sua forma principale è il taqsim,
preludio estemporaneo per uno strumento solista, in ritmo libero. Il suo equivalente
vocale è il layali, un vocalizzo sulle parole «yālayl, ya ’aynī» («oh
notte, oh miei occhi»).
Gli strumenti piū diffusi sono lo ud, o liuto arabo
(importato poi in Italia nel 1400 e diede un contributo fondamentale per la
musica rinascimentale).
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Oud --- prelevato da QUI
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Il qanun, una sorta di cetra trapezoidaleo o kanun, è uno
strumento cordofono a 78 corde della tradizione classica araba. Consiste in una
cetra trapezoidale, con numerosi cori di corde tesi su un piano armonico di
pergamena. La lunghezza delle corde può essere modificata prima dell'esecuzione
agendo su piccoli capotasti metallici, cambiando così accordatura in funzione
della scala prescelta. Le corde vengono pizzicate tramite due grossi plettri di
corno.
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Qanun – prelevato da QUI |
Il qanun ha nella didattica musicale araba, greca e turca
la stessa funzione che il monocordo ha rivestito in quella medioevale
occidentale, di strumento pratico per l'apprendimento degli intervalli. Venne
introdotto in occidente nel medioevo, con il nome di cannone.
Il nay, un flauto dritto (risale a 5000 anni fa: ne sono
stati reperiti alcuni nell'antica città di Ur). Il ney (parola di origine
iraniana) è un flauto di canna composta da 9 nodi e i suoi fori seguono rigide
regole matematiche, utili per l'esecuzione dei diversi maqam (che in
arabo significa luogo o posizione ).
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Nay – prelevato da QUI |
Ogni maqam descrive il "fattore tonale-spaziale"
o insieme di note musicali, compresi i modelli e lo sviluppo della melodia
tradizionale, lasciando libera la "componente ritmico-temporale",
perché è aperto alla sensibilità di ognuno, anche dagli Andalusi dell'estremo
occidente.
Dai millenari scambi tra Magreb (Marocco, Algeria, Tunisia;) e
Makresh (Libia, Egitto, e Medioeriente) gli strumenti musicali si sono fusi,
modificati e rigenerati, anche attraverso l'impero Romano e le Repubbliche
Marinare, fino agli imperi dei giorni nostri.
E tutto passa ancora oggi in Siria, sotto il rumore delle bombe,
nel paese dalle numerose vocalità, etnie e richiami sonori per tutta
l'EuroAsia.
Siamo circondati da queste improvvisazioni millenarie, dove il
Sole e la Luna giocano a nascondino in questa felice mezzaluna che abita nel
Mediterraneo.
E una armoniosa commistione appare nella moderna chitarra siriana
e in quella andalusa.... E nel cuore di chi le suona.
Per ascoltare la chitarra siriana e andalusa premere QUI
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